Stiamo assistendo a un ripensamento sulla produzione di auto elettriche? Probabilmente si! Causato dal mercato delle vendite decisamente in calo, in particolare in Germania e Italia, che vedono una diminuzione drammatica dell’acquisto di auto elettriche, nonostante le agevolazioni. Nel corso di questi ultimi mesi si stanno registrando fermi e addirittura chiusure della produzione di auto a batteria.
Ultima della serie è l’Audi che annuncia la chiusura della fabbrica di EV e di conseguenza mette in crisi anche le industrie delle batterie. La stessa Volkswagen ha annunciato la possibile chiusura della sua piattaforma produttiva dedicata alle auto elettriche in Belgio: secondo l’allarme dei sindacati potrebbero esserci fino a 2.600 licenziamenti entro il 2025.
Evidentemente qualcosa non ha funzionato e gli investimenti fatti dai costruttori, nel breve tempo di qualche anno, non hanno dato i frutti sperati, e non ne fanno vedere per il futuro. Infatti sui vari mercati, non solo in Europa, ma anche oltre oceano, si sta registrando una disaffezione verso l’acquisto del veicolo elettrico e i sondaggi dicono che solo il 18% acquisterebbe un’auto elettrica e chi ce l’ha già, uno su tre tornerebbe volentieri indietro verso l’acquisto di un veicolo tradiazionale con motorizzazione endotermica.
Alla faccia della mobilità sostenibile verrebbe da dire. La fase iniziale del veicolo elettrico potrebbe essere finita? Si direbbe proprio di no. Gli investimenti fatti in infrastrutture continuerano, i veicoli verranno prodotti con soluzioni maggiormente performanti, le batterie saranno sempre meno costose, più sicure e con capacità maggiori, ma rimarrà un settore di nicchia, destinato a chi è maggiormente sensibile a una mobilità green, a patto che il costo iniziale e di mantenimento sia maggiormente abbordabile.
La scelta (infelice) dell’abbandono delle motorizzazioni endotermiche entro il 2035 è stata quanto meno azzardata, che non ha tenuto conto delle alternative industriali e della ricerca in grado di abbattere gli inquinanti in modo considerevole, senza traumatizzare eccessivamente l’industria tradizionale e l’indotto conseguente dei vari Paesi.
Se prima si ipotizzava una crisi oggi questa è ufficiale, almeno un Europa, di conseguenza il futuro già dlineato, appare già superato dai fatti.
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