Fiduciari assicurativi oppure OEM
La presenza sempre più consistente di veicoli dotati di sistemi tecnologici altamente sofisticati in circolazione, fa pensare che vi siano altrettanti autoriparatori e manutentori in grado, per conoscenze e attrezzature, di poter intervenire su di essi, con cognizione di causa per rimetterli in sicurezza sulla strada.
La realtà italiana
In realtà il tessuto dell’autoriparazione in Italia è per un certo verso anomalo rispetto agli altri paesi Europei.
>Si calcola che le imprese, caratterizzate da una gestione diretta da parte del titolare e da una struttura di piccole dimensioni di natura artigianale, e spesso a conduzione familiare, siano grosso modo la maggioranza (70%). Questo numero porta a considerare che, per numero di addetti, servizi e spazi operativi, la tipologia di lavori sui veicoli sia ancora prevalentemente orientata verso un parco di veicoli circolante tradizionale, fra il più vecchi d’Europa, con quasi 13 anni di anzianità. Certamente fra questi ci sono sicuramente chi si è adeguato alle nuove esigenze, per interventi sui nuovi veicoli, anche a livello diagnostico e per la calibrazione dei sistemi ADAS, ma molti probabilmente non l’hanno fatto. In quest’ultima caso il rischio è che una fetta di lavoro, oltre a essere deviata verso strutture OEM o analoghe, in grado di svolgere tutte le operazioni richeste, non corrispondano neppure alle esigenze di fiduciarietà di flotte e assicurazioni, le quali devono garantire al cliente (assicurato) lavori di manutenzione e riparazione in garanzia, e soprattutto secondo le specifiche del costruttore.
Sofisticazione dei sistemi
Inoltre, l’implementazione sempre più sofisticata dei sistemi di assistenza alla guida e auto connesse, permette ai costruttori di automobili, di avere le chiavi necessarie, mettendoli in condizione di indirizzare il veicoli verso strutture da loro autorizzate.
La conseguenza è che assisteremo, nel tempo, sempre più allo spostamento verso strutture di riferimento attrezzate, per la manutenzione e riparazione dei veicoli. In realtà questo processo è già avvenuto all’estero con l’abilitazione OE delle strutture di riferimento (concessionarie e non). Quindi! Quello che non è stato fatto dal mercato, lo farà la tecnologia.
Nessuno vieta però di mantenere la doppia posizione, per flotte, assicurazioni e anche OEM, in quest’ultmo caso, almeno per un gruppo di costruttori.
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