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Ricarica auto elettriche
La presenza sempre più numerosa di auto elettriche fa sorgere problemi per la ricarica, non solo durante la circolazione, ma anche nel proprio box condominiale. Forse qualcuno di voi si sarà reso conto nelle assemblee condominiali delle difficoltà di capire e di quanta poca conoscenza vi sia sul problema. C’è chi lo fa istallando apparecchiature nel proprio box, magari collegandosi alle rete condominiale, oppure i più corretti installando un contatore supplemetare per rilevare il consumo individuale.
Purtroppo le iniziative individuali cozzano contro i regolamenti dei condomini più datati o addirittura sulle norme per la sicurezza da parte dei Vigili del Fuoco (Circolare n. 2 del 05/11/2018, prot. n. 15000), nel caso di impianti elettrici condominiali indivisibili. Nel primo caso si può incorrere nel reato di furto aggravato (art. 646 c.p), nel secondo, il mancato rispetto delle norme sulla sicurezza su citate altrettanto pesanti.
Occorre precisare che dal 2020 per la costruzione di abitazioni con più di 10 unità, vi è l’obbligo di predisporre almeno di una colonnina condominale per la ricarica di auto elettriche. Tuttavia negli altri casi, ciascun condomino ha il diritto di dotare il proprio garage di un impianto idoneo, senza che un’eventuale assemblea di condominio lo blocchi in partenza. Questa condizione si verifica solo quando l’elettricità del garage è fornita direttamente dal contatore relativo all’abitazione. In questo caso, non serve alcuna autorizzazione condominiale. Il condomino interessato dovrà chiedere al suo fornitore di energia di aumentare la potenza disponibile, passando dai canonici 3 Kw a 4,5 Kw o 6 Kw., ovviamente di non arrecate danni o intralcio ai servizi condominiali.
Contatore unico condominiale box
Nel caso i box siano alimentati da un contatore condominiale, se ne sconsiglia vivamente il collegamento, per non incorrere in contestazioni giudiziarie. Inoltre, tenuto conto che l’alimentazione dell’impianto condominiale, ottimizzato prevalentemente per l’illuminazione, non potrebbe essere in grado di sopportare la ricarica di alcuni veicoli. Se solo la metà di una residenza condominiale, composta da 20 appartamenti di cui la metà (10) decidono di ricaricare un’auto elettrica ciascuno con una wall box in garage, sarebbero necessari almeno 70 kw, ai quali occorre sommare almeno altri 10kw per l’energia elettrica consumata per i servizi comuni (illuminazione e ascensori). In un complesso condominiale di 50, 100 o più unità immobiliari, dotate ciascuna di box, è evidente che con l’avanzamento tecnologico dei veicoli elettrici sarebbe impossibile installare una cabina di distribuzione di energia in grado di sopportare un carico del genere, senza contare il problema della sicurezza dell’impianto da parte dei Vigili del Fuoco.
Caso mai occorre verificare se sia possibile “staccarsi” e collegare l’elettricità del box direttamente al contatore dell’abitazione. In questo caso, il proprietario dovrà predisporre, a proprie spese, un progetto tecnico di fattibilità, che comprenda i dettagli delle opere, una dichiarazione di conformità, e occorre fare una verifica a livello di Cpi (Certificato prevenzione incendi, rilasciato dai vigili del fuoco).
È importante infatti che i nuovi dispositivi siano a norma e collegati al comando di “stacco”, ossia quello che permette ai Vigili del Fuoco, in caso di emergenza, di togliere completamente l’elettricità in tutto lo stabile, in un colpo solo.
In alternativa, la soluzione è quella di installare un numero adeguato di colonnine di ricarica comuni in funzione del potenziale numero di veicoli che possono usufruirne e regolamentare le spese d’installazione, manutenzione e consumo fra chi decide di farne uso.
Va ricordato, infine, che tutte le considerazioni di cui sopra valgono sia per la ricarica di auto al 100% elettriche sia per le ibride plug-in.
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