Tempo di lettura 2 minuti

La ritrosia dei costruttori nel fornire i dati auto ai riparatori indipendenti è faccenda che dura da anni. Con l’introduzione della BER e successive modifiche sembrava che la questione fosse ormai superata, ma come spesso succede c’è sempre qualcosa che non va per il verso giusto. Questa volta non è la solita scusa della proprietà esclusiva del disegno, ma motivazione più seria, quella della sicurezza dell’accesso ai dati del veicolo, che non può essere lasciata indiscriminatamente a tutti. E’ stato infatti dimostrata la possibilità di intromissione nei sistemi di assistenza alla guida da parte di malintenzionati e quindi la limitazione all’accesso a persone non autorizzate diviene una protezione indispensabile.
L’argomento è complesso e, dal punto di vista dell’autoriparazione, si articola non solo sull’auto connessa ma anche sull’accesso tramite porta Obd per il quale oggi si assiste all’introduzione di barriere da parte dei costruttori di auto.
Dave Garratt, presidente di Egea, l’associazione europea delle attrezzature per autofficina di cui Aica è membro, l’ha chiamata “La Battaglia per i Dati”, riferendosi all’attività in corso a Bruxelles e nei paesi membri della Ue, per garantire al settore dell’autoriparazione accesso diretto e non discriminatorio a dati e funzioni degli autoveicoli.
La barriera è per lo più giustificata con la necessità di “cybersecurity” (sicurezza informatica) come protezione da possibili attacchi informatici che possono mettere a repentaglio la sicurezza stradale.
Egea chiede al legislatore di normare l’accesso e possibilmente standardizzarlo laddove necessario o auspicabile. In questo senso la Commissione aveva fatto passi avanti positivi in tale direzione, basti pensare all’annuncio della scorsa primavera nel quale ha presentato la proposta ufficiale di adozione dello standard Iso 18541 (standard per le informazioni di riparazione e manutenzione – Rmi) e dello schema di accreditamento Sermi nella legislazione europea.
Il Sermi, in particolare, potrebbe costituire la soluzione del problema dell’autorizzazione all’accesso garantendone legalità e legittimità mediante accreditamento e realizzando la necessaria tracciabilità delle operazioni.