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Sono i numeri a dire che agli italiani non piacciono le auto elettriche, e anche nell’usato preferiscono ancora quelle a motorizzazione endotermica. Secondo i dati UNRAE le vendite di veicoli usati a novembre 2023 hanno visto la netta prevalenza di quelli Diesel (45,6%) seguiti da quelli a Benzina ( 39,6%), non fanno testo quelli elettrici (0,7%).
Neppure gli incentivi messi in campo dal governo riescono a smuovere l’appetibilità verso i veicoli elettrici. Su 194 milioni di euro a disposizione, ne sono rimasti ancora 187, mentre sono andati a ruba gli incentivi dell’ecobonus per le auto a motore termico a basse emissioni. Secondo i dati riportati sul sito del Mimit le risorse  per le auto con emissioni tra 61 e 135 grammi di CO2, con alimentazione a benzina o diesel di ultima generazione, ma anche mild ibrid, sono ancora a disposizione circa 7 milioni, rispetto a una dotazione iniziale di 120 milioni di euro.
Quindi la disaffezione verso i veicoli elettrici non è solo una questione di costo, almeno nella parte iniziale, ma ricade su altre motivazioni. I costruttori di auto europei sono preoccupati perchè nella spinta verso il tutto elettrico previsto dalla transizione al 2035, si stanno inserendo di prepotenza, o tramite partecipazioni già presenti sul nostro territorio, i veicoli elettrici cinesi la cui produzione è in surpuls rispetto ai consumi interni e il cui costo è nettamente inferiore, rispetto ad analoghi veicoli europei. I cinesi, infatti, sono arrivati a commercializzare i veicoli elettrici allo stesso costo di quelli endotermici, cosa per il momento impossibile per i costruttori europei. Per screditare l’acquisto cinese, non vale neanche la riflessione che si è da sempre fatta sulla scarsa qualità dei prodotti cinesi, perchè i veicoli prodotti in cina hanno raggiunto un livello qualitativo  elevato. Quello che una volta era considerato di scarsa qualità non vale per gli attuali veicoli che sono paragonabili a quelli europei e in alcuni casi anche migliori, nelle dotazioni informatiche.
E, allora! cosa possono fare i costruttori europei per far fronte all’invasione dei veicoli cinesi? Ovviamente non bastano solo gl’incentivi messi in campo dai vari governi, si tratta di palliativi momentanei, tant’è che alcuni costruttori europei hanno stretto partenership con i maggiori gruppi di costruttori cinesi costatando che la loro tecnologia, in particolare sui veicoli elettrici, è più avanzata. I cinesi d’altro canto sanno benissimo che non è solo il costo conveniente del veicolo a fare la differenza, ma anche dei servizi e reti di manutenzione e riparazione sul territorio, e questi già esistono. Garantire al consumatore che qualunque sia la sua scelta non avrà problemi in caso di bisogno è di primaria importanza, se poi il costo iniziale è anche maggiormente abbordabile, tanto meglio. Questo, però, vuol dire svilire il prodotto europeo, ma come abbiamo visto per altri prodotti cinesi presenti sul mercato, di ogni necessità se ne fa virtù.

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