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ASCOLTAMIUno dei problemi dei veicoli elettrici, alimentati a batterie agli ioni di Litio, è quello della termolabilità e possibilità d’incendio. La cronaca ci ha informato quanto sia difficile una volta innescato l’incendio, spegnerlo con i sistemi tradizionali. Una batteria in fuga termica è quasi impossibile da spegnere, servono enormi quantità di acqua per rallentare l’autoaccensione (da 10 a 30 mila litri). Il rischio è che anche dopo ore, se non addiritttura giorni, l’incendio possa riprendere, non è fantasia. Ben consci di questo fenomeno l’Istituto per la sicurezza stradale statunitense (NHTSA), ha consigliato agli operatori addetti al recupero a alla riparazione delle auto elettriche dopo un incidente grave, di ricoverale in area isolata lontano da altri veicoli o fabbricati. Il problema è noto come Thermal Runaway, cioè nel fatto che le batterie agli ioni di litio possono, in circostanze del tutto eccezionali, presentare un repentino ed inarrestabile incremento della temperatura, in una sorta di reazione a catena che porta alla rottura dell’equilibrio termico del sistema e alla distruzione completa delle batterie e della vettura. Dagli studi effettuati il problema principale risiederebbe in difetti di fabbricazione del separatore fra anodo e catodo, e del sistema di controllo, che deve evitare il verificarsi di cortocircuiti, ma anche da gravi urti nei quali l’elettrolita riesca a passare il separatore tra anodo e catodo.
Il problema è stato studiato dagli scienziati della Nanyang Technological University (NTU) di Singapore che hanno sviluppato una nuova tecnologia – riportata dal periodico specializzato Pv Magazine – che è in grado di prevenire i cortocircuiti interni. La soluzione è alquanto sofisticata: per impedire ai dendriti (cioè le proiezioni aghiformi che possono crescere all’interno di una batteria e causare una serie di effetti indesiderati, tra cui, nel peggiore dei casi, il completo guasto della cella e persino un incendio, di raggiungere il catodo), gli scienziati della Nanyang Technological University hanno posizionato sul separatore stesso quello che hanno chiamato uno “strato anti-corto”. Lo strato aggiuntivo funge da interfaccia per conto dell’elettrodo negativo per scambiare ioni di litio con l’elettrodo positivo. Il sistema è stato testato su più di 50 celle con diverse architetture di batterie agli ioni di litio e, secondo gli scienziati, non si sono verificati cortocircuiti durante la fase di carica, anche con batterie che avevano superato il loro ciclo di vita previsto. Il sistema è in corso di brevetto dopodichè passerà alla produzione di massa.
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