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Settembre si è rivelato il mese terribile per la filiera della vendita delle auto. I dati che vengono pubblicati evidenziano un meno 32,7% nella vendita di auto rispetto all’analogo mese di un anno fa, Stellantis registra addirittura meno 41,6%. La motivazione di questo drammatico crollo è dovuta alla crisi dei materiali e dei microchip che ha rallentato la produzione.
Le consegne di veicoli nuovi ai concessionari sono diminuite drasticamente tanto che ha determinato una forte riduzione delle giacenze nella catena distributiva di auto pronte per la consegna. Dall’inchiesta congiunturale condotta dal Centro Studi Promotor a fine settembre emerge infatti che ben il 96% dei concessionari indica bassi livelli di giacenze. All’inizio dell’anno la quota corrispondente era del 28% e da quando viene condotta l’inchiesta congiunturale mensile sull’automobile del Centro Studi Promotor, cioè dal 1993, un livello così basso di giacenze di auto nuove non si era mai verificato.
Anfia in un suo comunicato annuncia: “Auspichiamo, per il futuro, che si delinei una programmazione delle misure di sostegno alla domanda coerente con un piano strategico complessivo di accompagnamento del settore nella transizione ecologica e su un orizzonte temporale pluriennale, così da garantire maggiore continuità al mercato”.
Secondo Crisci dell’UNRAE: “L’occasione per consolidare le buone intenzioni che il Governo Draghi ha finora mostrato è la prossima Legge di Bilancio. In quella sede – aggiunge il Presidente dell’UNRAE – è opportuno introdurre programmi e interventi risolutivi, avviando una corretta strategia di lungo periodo in linea con il percorso di decarbonizzazione, in cui rientra anche lo svecchiamento del parco circolante”.
L’assurdo è che molte ordinazioni di auto nuove non vengono evase se non dopo aver atteso diversi mesi, con vivo disappunto degli acquirenti e il malcontento dei concessionari. Come si suol dire chi ha il pane non ha i denti e viceversa.