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Tutto cambia dalla tecnologia, all’ecologia, al modo di lavorare, e per quasi tutte quelle attività che ci hanno visto operare per molti anni in modo uniforme, senza eccessivi scossoni, seguendo quella che era l’evoluzione delle cose e delle abitudini standardizzate nel tempo. Certamente questo modo di vivere la quotidianità è rassicurante, anche se per molti è ritenuto monotono. Gli ultimi anni hanno scombussolato questo modo di affrontare gli eventi, si tratta di una vera rivoluzione che velocemente si è inserita  in tutti i settori, dalle attività lavorative, nelle arti, alla cultura. Il repentino cambiamento ha creato sicuramente molte opportunità, ma anche parecchi problemi per chi non è riuscito ad adeguare la propria visione sul mondo che cambia agendo di conseguenza. Il cambiamento non poteva escludere il modo di fare cultura e di informare. La tecnologia, in particolare la digitalizzazione dei sistemi, dei media, radio e tv, internet, attraverso le molteplici piattaforme, hanno contribuito ad accellerare un processo che era già in atto, ma con uno spazio di tempo più o meno regolare e costante. La domanda che molti operatori si sono fatti riguarda quanto ha inciso questa rivoluzione sulle abitudini delle persone, in modo da adeguare l’offerta dei propri servizi alle nuove esigenze. Molti, in realtà, hanno già intrappreso strade innovative, certi che la loro scelta sarà vincente, dando per scontato che il trend della sofisticazione dei sistemi informativi, pubblicitari, all’informazione generalista e settoriale attraverso i media televisivi è ormai tracciato.
Ma è proprio così? Sarà poi questa la scelta giusta?
Ebbene, per capire come si orientano le persone nella fruizione dei vari servizi, con particolare riferimento alla cultura e all’informazione, ci viene in aiuto una recente statistica dell’Istat.
Sono 48,3 milioni le persone che navigano su internet, di queste il 75,4% usa l’email, il 58,9% partecipano ai social, il 57,4% leggono riviste e giornali, il 53,5% cercano informazioni sanitarie.
Quello che invece sorprende, almeno per chi scrive, sono le persone che frequentano spettacoli e intrattenimenti fuori casa che, seppur in misura contenuta (8% del totale), ben il 10,3% ama visitare monumenti e siti archieologici, distanziando in modo consistente le altre alternative (cinema, teatro, musei, mostre, concerti) che non vanno oltre il 3 – 4 – 8%. Se il settore fosse maggiormente sviluppato in alcune regioni italiane farebbe la loro fortuna per gli anni a venire.
La lettura di libri e quotidiani occupa un posto particolare in Italia, dove circa la metà dei lettori (43,5%) è ubicata nelle regioni del nord. Giornali e riviste cartacee occupano ancora un posto importante nell’informazione e formazione culturale, in particolare i settimanali o mensili specialisti, dove l’aspetto fisico (cartaceo) è ancora ritenuto indispensabile per la fruizione personale e come funzione dimostrativa nei confronti dei clienti. 

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