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Alla conclusione di un convegno di solito si fanno i bilanci e spesso questi, fatti dai diretti interessati, sono di compiacimento per il successo della manifestazione. Il 5°Automotive Campus che si è appena concluso è stato indubbiamente un successo di pubblico e per la formula adottata: più snella sia nella presentazione dei vari argomenti e per gli interventi dei relatori che per il necessario networking,  che in questi casi è ormai un must irrinunciabile per le aziende sponsor, ma anche per chi vuol farsi riconoscere fra i vari operatori nello scenario dell’Automotive. Buon successo di pubblico presente, prevalentemente orientato all’aftermarket. Tanti gli argomenti trattati, forse un po’ troppi, hanno lasciato poco spazio ai necessari approfondimenti, che in questa sede non sarebbe stato possibile trattarli compiutamente. Molte statistiche per far meglio capire come va e come potrebbe andare in futuro il mercato dell’aftermarket, nel contesto di una transizione tecnica ed ecologica che “scombussola” quella che è la situazione attuale del ricambio e della componentistica verso l”elettrico”, che però in Italia fatica a prendere piede. Secondo molti relatori è stato evidenziato che è necessario un cambiamento o almeno una modifica delle attuali regole, tenuto anche conto che con la situazione geopolitica internazionale e di mercato per la vendita di veicoli, il parco circolante invece di essere svecchiato c’è il rischio che diventi sempre più obsoleto.
Il taglio del Campus di quest’anno è ovviamente stato voluto da Duessegi, una scelta che ci sta, anche se a cascata poi tutto si riversa verso il mondo dell’autoriparazione. Tutto ciò va bene, a patto che gli argomenti vengano poi sviluppati nei confronti del “cliente” (meccatronico, carrozziere e gommista) con gli strumenti cartacei, digitali, multimediali e televisivi di cui dispone la redazione di Duessegi Editore.

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