Le auto cinesi stanno invadendo l’Europa a costi nettamente concorrenziali. Finchè la produzione cinese si rivolgeva al mercato locale o ad altri mercati mondiali, tutto era sotto controllo, ma quando il surplus di produzione delle auto cinesi viene scaricato su altri mercati, in particolare quello europeo, crea non poche difficoltà ai produttori locali che hanno costi di produzione nettamente superiori. Era prevedibile tutto ciò quando l’enfatizzazione per le auto elettriche aveva condizionato politica e industria e i mercati Europei (un pò meno in Italia)? L’Europa priva di infrastrutture industriali specifiche, di materie prime e di servizi per quel genere di veicoli, ha modificato le produzioni locali verso una tecnologia che era già presente in Cina, ma che da noi era agli albori, tutta da costruire. I maggiori gruppi di costruttori di auto si sono adeguati con investimenti miliardari per contrastare o mantenere la quota di mercato senza fare il conto che il prodotto cinese a parità di condizione aveva un costo nettamente inferiore. Flop clamoroso quando le auto cinesi, vuoi per partnership con industrie europee, vuoi per conto prorpio hanno invaso il mercato europeo, terreno ancora vergine per i loro veicoli, si sono allarmati quando hanno visto che i consumatori guardano con interesse i veicoli cinesi che a partià di condizioni costano circa il 30% meno.
Apritì cielo! Tutti sono corsi ai ripari. I maggiori gruppi di costruttori hanno acceso partnership con industrie cinesi suil loro territorio, e oggi anche in Europa e nel resto del mondo, proprio per adeguare il costo del prodotto. Ma c’è da chiedersi l’Europa, dalle mille risorse intellettuali, non  poteva prevedere che la politica adottata era un formidabile assist per il mercato cinese? Occorreva l’invasione dei veicoli per rendersene conto?
Ecco allora la formidabile soluzione, se il problema è una questione di costo del prodotto, basta incentivare quelli europei e mettere dazi proporziati per adeguare i costi, così si elimina la concorrenza sleale e tutto torna come prima, o quasi. Per i dazi vedi QUI.
Bene! Bravi! Verrebbe da dire se non che la Cina, abilissima nel manovrare le leve dei mercati internazionali, ha già in parte assorbito la “tassa”, ma soprattutto ha già messo in atto iniziative dirette con le industrie italiane per produrre direttamente, o con iicenza, le vetture sul nostro territorio, quindi, per queste nessun dazio è previsto. Il resto del mercato, riferito a quelle che arrivano dal territorio cinese, il dazio imposto non fa altro che inasprire le condizioni economiche  di tutti i prodotti che alcuni paesi (fra cui l’Italia)  esportano sui mercati cinesi e c’è da prevedere che come ritorsione, anche i cinesi mettano dei dazi specifici.
In sostanza, c’è da dire: “Xe pèso el tacòn del buso. (È peggio la toppa del buco)“.

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