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Ma questo non basta, almeno secondo EGEA e l’alleanza per la libertà nell’autoriparatore AFCAR: serve una legge specifica di settore per l’aftermarket automobilistico per salvaguardare una mobilità sostenibile. Sorprendentemente, la Commissione Europea ha dimostrato la sua sensibilità lanciando una consultazione pubblica alla quale EGEA ei suoi colleghi membri di AFCAR hanno risposto sollevando la proposta di norme specifiche per l’accessibilità dei dati e delle funzioni. Sembra che la proposta sia stata presa seriamente in considerazione: all’inizio del 2023 dovrebbe prendere forma una modifica del regolamento 2018/858 (regolamento sull’omologazione dei veicoli a motore) per stabilire disposizioni per l’accesso ai dati di bordo, lo scambio di dati dal veicolo all’ambiente e la sicurezza informatica.
È la fine dei giochi? Probabilmente no perché altre leggi sono così intrecciate che anche loro saranno interessate dal Data Act. Pensiamo solo al MV BER: uno dei suoi principali obiettivi è quello di garantire che i pezzi di ricambio di qualsiasi provenienza siano disponibili a tutti gli operatori senza discriminazioni; ma ciò non sarà realizzabile se ogni ricambio non è facilmente identificabile. Ci siamo di nuovo: l’accesso alle informazioni tecniche per tutti è ciò di cui abbiamo bisogno. In uno scenario in cui diventeranno importanti nuove categorie di veicoli, costruiti utilizzando nuove parti, componenti e sottoinsiemi e una pletora di nuovi fornitori sta entrando nel mercato, un rafforzamento del MV BER è praticamente inevitabile.
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