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Le frodi assicurative sono un fenomeno presente e consolidato in molte parti d’Italia. in alcune regioni rappresentano una sorta di ammortizzatore sociale per far pagare al mercato assicurativo, sopratutto in periodi di crisi, parte delle spese sostenute per i premi di polizza o per mero sostentamento economico. Le compagnie assicurative stanno combattendo una battaglia infinita che le ha viste spesso vincenti, ma nonostante ciò il fenomeno è ancora vasto e incontenibile. La spesa maggiore riguarda non tanto le riparazioni alle auto, ma quella relativa alle lesioni, o pseudo tali, che vengono reclamate, spesso aggravate se non addirittura inesistenti. Gli strumenti a disposizione del mercato assicurativo ci sono e molti sono stati messi in atto, per esempio l’installazione di dispositivi che memorizzano i dati della circolazione dell’auto e quelli degli eventuali incidenti.
In aiuto a combattere il fenomeno viene dalla recente sentenza  13 novembre 2020, numero 1442 del Tar di Bari che ha disposto l’esibizione da parte dell’azienda ospedaliera non solo della scheda paziente e il cartellino di emergenza, ma anche della trascrizione della richiesta telefonica di intervento pervenuta alla centrale operativa 118 in una certa fascia oraria, salvaguardando ovviamente i dati sensibili.
Tutto ciò motivato dal fatto che la norma sulle assicurazioni private (Dlgs 209/05, articolo 146) prevede che le imprese siano tenute a consentire ai contraenti, e ai danneggiati, il diritto di accesso agli atti a conclusione di procedimenti di valutazione, constatazione e liquidazione dei danni che li riguardino, per cui non vi è ragione di escludere, o arbitrariamente limitare, il reciproco diritto di accesso dell’istituto assicurativo nei confronti del danneggiato, qualora abbia dubbi su richieste di risarcimento.