Il mercato dei veicoli elettrici e ibridi cresce in maniera esponenziale, oltre il 1000% negli ultimi tre mesi con una quota del 6,6%, evidentemente spinto energicamente dagli incentivi. Noi tutta questa enfatizzazione sui veicoli elettrici non la condividiamo per una molteplicità di ragioni: costi di acquisto, limitata autonomia, ricariche difficoltose con tempi non accettabili, durata del pacco batterie compresa la loro costosa sostituzione e il relativo smaltimento. Certamente, almeno secondo le previsioni ottimistiche dei costruttori, con gli anni e con l’avanzamento tecnologico, soprattutto nei sistemi di accumulo dell’energia elettrica, le cose miglioreranno e le auto elettriche potrebbero effettivamente costituire la soluzione dei problemi che affliggono il mondo civile, ma ora – per noi – è ancora troppo presto. Abbiamo l’impressione che chi acquista le auto full-electric in Italia, sia una sorta di cavia che serva per sperimentare l’utilizzo quotidiano di questo genere di propulsione per poi tararla meglio nel corso del tempo. Però, oggi chi fa la scelta di acquisto di una vettura full-electric mi fa venire in mente i pionieri del Far west americano, che andavano alla scoperta delle terre fertili. Il riflesso di tutto ciò è un maggior interesse del consumatore verso l’usato recente, con motorizzazioni tradizionali a combustione interna: in dieci anni il mercato dell’usato è passato dal 25% di acquisto di auto con un’età di 10 anni, al 50%. In sostanza una vettura su due è usato recente.
Questo deve consolare il mercato dell’autoriparazione che avrà, e non c’erano dubbi in proposito, garantito il lavoro per parecchi anni a venire.
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