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Lo avevamo previsto, dopo il boom che presentavano il Metaverso come una realtà virtuale condivisa tramite internet. Nato dalla fantascienza, divenuto realtà pubblicizzata come uno strumento  universale e immersivo di realtà virtuale e aumentata che avrebbe rivoluzionato ogni cosa collocando l’utilizzatore, attraverso un apposito visore, in un mondo virtuale 3D. Questa nuova realtà virtuale, che prometteva cose eccezionali per la cultura, la medicina e alcune delle principali attività umane, si è presto raffreddata, dopo il lancio dirompente con cui era stata presentata dai più grandi network mondiali. Sono bastati meno di due anni per far comprendere alle aziende che avevano investito decine di miliardi nel settore che l’investimento è stato un flop.
Non tutto viene visto in termini negativi: il settore della moda continua a usare i mondi virtuali in chiave di marketing e di branding, molti brand continuano a credere in questo strumento, anche se si è raffreddato l’entusiasmo iniziale. Forse il cambiamento è stato troppo veloce e ha anticipato i tempi, certamente ne sentiremo ancora parlare in futuro, ma intanto i grandi big mondiali della comunicazione e dei social non sono molto disponibili ad effetuare ingenti investimenti, oggi torna in auge, alla grande, l’Intelligenza Artificiale (I.A.), più pragmatica, anche se non risolutiva.

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