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L’incontro al Mimit per il piano da 1 milione di auto costruite in Italia da Stellantis non sembra  poggiare su basi solide: la volontà di dislocare la produzione della “Panda” in Serbia, la discesa della produzione ormai sotto le cinquecento mila autovetture, non consente oggi una programmazione così come la vuole il Mimit, appoggiato dall’Anfia e dalle Regioni, interessate all’assemblaggio dell’auto del Gruppo.
Il gioco è sempre lo stesso, promettere di mantenere la produzione della Panda in Italia (a Pomigliano) se le condizioni lo consentono, ovviamente le regole sono: la rivisitazione della normativa e le condizioni competitive favorevoli. Lo stesso discorso vale anche per i nuovi modelli annunciati dal Gruppo presenti in Italia: quattro a Melfi, due a Cassino, Maserati  a Mirafiorori e Modena.
John Elkann, parlando recentemente a Mirafiori, ha evidenziato che «l’insieme delle azioni in campo porterà Stellantis a produrre in Italia il più ampio portafoglio di veicoli degli ultimi 10 anni, che amplieranno l’offerta di 10 dei nostri brand». Al di la dei proclami il problema resta centrato sui volumi e dopo l’allarme su Pomigliano potrebbe suonare anche quello su Mirafiori.
Si sottolinea che il mercato sta cambiando favorendo l’entrata nel mercato dei brand cinesi, noi rimarchiamo che non da adesso che questo succede e che i segnali di questo cambiamento erano, e sono ben evidenti da tempo. Il mercato italiano non ha avuto un approccio molto favorevole ai veicoli full-electric, e la cosa da fare è incentivare l’acquisto di questi veicoli  soprattutto di auto full-electric per evitare le multe legate alla Carbon tax. Nel frattempo, quasi a cadenza settimanale continuano le iniziative di Stellantis in Europa e nel mondo con partnership con la Cina e la costruzione della più grande Giga factcory nella produzione di celle a Idrogeno, appena inaugurata a Saint-Fons in Francia. Occorre però sottolineare che in Italia esiste già una importante produzione di idrogeno e sistemi connessi per l’autotrazione e che Stellantis, metà circa italiana, dovrebbe favorire siti di installazione del genere anche in Italia.