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E’ pensabile che la motor valley italiana possa riconvertirsi all’elettrico? E’ diffcile pensarlo, ma pare proprio che questa sia la strada obbligata. Il distretto dell’Emilia Romagna vive prevalentemente di motori endotermici e sul suo territorio ospita 16.500 aziende che dann0 lavoro a circa 90.000 lavoratori. Domande che si sono fatte nel corso dell’Ecomondo-Key Energy di Rimini. La risposta è contenuta nelle 63 storie di aziende che sono state raccolte e raccontate nel volume da Massimo Degli Esposti: «La e-valley è già realtà, grandi marchi e piccoli imprenditori della filiera si sono attrezzati da tempo per entrare nell’era elettrica con la stessa efficacia con cui avevano cavalcato quella di pistoni e bielle».
Ci crediate o no la patria della Ferrari, Lamborghini, Dallara, Maserati, Ducati rischia di rimanere silenziosa e non produrre, se non in parte, il rombo dei motori che l’hanno contraddistinta da sempre. Non solo la riconversione pare inevitabile, ma addirittura la motor valley punta a essere un punto di riferimento Green a livello mondiale. Il big sino-americano Silk-FAW, sta costruendo a Reggio Emilia una  mega fabbrica per produrre le e-supercar, con un investimento da un miliardo di euro. Ma altre iniziative all’insegna dell’elettrico si stanno facendo avanti, anche con il contributo delle università. La motor valley non si limita alle auto ma molte aziende si sono convertite nella produzione di monopattini, bici e ovviamente motori, ma anche ad altri componenti elettrici, in sostanza un proliferare di start up che fanno ben sperare per un futuro green.