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«L’intelligenza artificiale mette in pericolo l’umanità».  Le notizie dei media metteno in evidenza l’appello di Elon Musk e di oltre mille leader della Silicon Valley che hanno sottoscritto una lettera chiedendo alle imprese interessate uno stop per permettere di trovare regole comuni per dare maggior controllo e consapevolezza. Si dice inoltre che: «I sistemi di intelligenza artificiale possono comportare gravi rischi per la società e l’umanità». Si parla di perdita di controllo della civiltà, di sistemi contemporanei che stanno diventando competitivi con gli esseri umani in compiti generali.

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A leggere ed ascoltare queste cose mi viene in mente che chi le proprone e avanza questi atroci dubbi non conosca bene la materia e la tecnologia che ci sta dietro.
La richiesta appare bizzarra, anzi assomiglia più a un tentativo di bloccare un business che è esploso inaspettato e ha colto di sorpresa molte aziende a livello mondiale che non avendolo previsto, almeno in questa dimensione, tentano di ottenere più tempo per mettere a punto i propri sistemi e poter entrare nell'”affare”. É il tipico caso della volpe e l’uva che non riuscendo a raggiungere i grappoli se ne va dicendo che tanto sono acerbi.
Il fatto preoccupante è che, per giustificare l’avvento indiscriminato dell’Intelligenza artificiale di ultima generazione, ci si rifà al “terrorismo”, alla perdita di posti di lavoro, di una civiltà fuori controllo (controllo di chi poi?). Io la utilizzo e non mi sembra che sia così sconvolgente: le informazioni che raccoglie sono quelle recuperate in modo organico su internet, cucite abilmente in una sequenza logica all’argomento richiesto. Nulla di particolarmente eccezionale, se non per chi non ha le conoscenze e una cultura maturata nel proprio lavoro, che si limita ad effettuare il copia e incolla senza alcuno spirito critico.  Quello che l’intelligenza propone  è una sequenza di informazioni che, per chi non è abituato o non ha le conosceze necessarie, mai e poi mai avrebbe avuto la possibilità di elaborare l’ergomento in quel modo. É evidente che chi legge il risultato e non conosce approfonditamente la materia tutto ciò appare “magico”, la soluzione pressochè automatica di qualsiasi argomento proposto. Il guaio è, come un pò tutto quello che vien reclamizzato come “sovroumano”, altro non è che una programmazione e una ricerca spinta da algoritmi che raccogono in poco tempo quello che un buon professionista avrebbe potuto raccogliere in maggior tempo. Il guaio è che questa capacità di apprendimento meccanico è abbastanza schematica e non è in grado di valutare le eventuali sfumature, positive o negative, le devianze fuori contesto e le interrogazioni logiche che sono tipiche del pensiero umano su un detrrminato argomento. Provate a fare la prova con a fianco un professionista della materia di cui volete approfondire le informazioni e vedrete quali e quante correzioni sono neccessarie per evitare di “beere” i valori o alcuni concetti espressi nell’elaborato dell’intelligenza artificiale. Quindi, l’intelligenza artificiale non fa perdere posti di lavoro, se non quelli ininfluenti, che si limitano a fare il coppia incolla, ad elaborare informazioni, ma che non hanno mai espresso nulla di nuovo, nulla di personale, frutto di conoscenza della materia inerente il proprio lavoro, il tutto “cucito” in modo professionale. 
Quindi, l’intelligenza artificiale è un bellissimo e utile strumento, come ce ne sono tanti altri che le moderne tecnologie ci mettono a disposizione, ma che vanno utilizzati dall’elemento umano, magari con INTELLIGENZA.

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