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La proposta della Commissione Europea di rottamare le vetture alimentate a benzina e diesel passa automaticamente dal proprietario dell’auto al  “Regolamento per la gestione dei veicoli fuori uso” deciso da Bruxelles. Tu sei proprietario dell’auto, ma non decidi il suo destino, bensì quello che ha deciso la Commissione UE. In un futuro non troppo lontano potrebbe dunque capitare di ricevere una lettera del registro automobilistico che ci comunica che il nostro veicolo è diventato un rifiuto da smaltire con effetto immediato perché il costo di riparazione supera il valore di mercato (chi lo decide e con quali criteri?), o perché la vettura ha saltato per due anni il controllo tecnico nazionale, o ancora perché il motore o il cambio devono essere sostituiti, o perché i freni e i componenti dello sterzo sono troppo usurati, solo per fare alcuni esempi. Se uno dei criteri viene raggiunto, il diritto di proprietà decade e l’auto deve essere riciclata. Secondo i criteri ipotizzati dalla commissione UE, infatti, si salverebbero solo le vetture con almeno 30 anni, uscite di produzione, storicamente conservate e mantenute nel loro stato originale senza aver subito modifiche significative. Tutto ciò appare più una provocazione per quei paesi che dell’auto tradizionale ne hanno fatto un fattore economico, sociale, di passione, sede delle più prestigiose case automobilistiche, del design, dell’elaborazione dei veicoli, con la creazione della “Motor Valley”, insomma, per una cultura dell’auto che dura da oltre cento anni. In primo luogo stiamo parlando, dell’Italia che di questa cultura ne ha fatto sistema, riconosciuto (e invidiato) in tutto il mondo.
La transizione ecologica, con la dismissione dei motori endotermici al 2035 non basta più, troppo in la nel tempo, ora ci si inventa anche la rottamazione automatica. Dalle mosse della UE si evidenzia come tutto sia incentrato sulla vendita dei veicoli alimentati a energia elettrica, anche se le ultime evidenze hanno dimostrato che non sono più così tanto ecologici, ne economicamente convenienti, come a suo tempo era stato preventivato. Per evitare che l’opposizione alle regole già programmate monti più del normale, si cerca di eliminare dal mercato ogni impedimento al fine d’incentivare i nuovi acquisti che, badate bene, non devono riguardare l’utilizzo di biocarburanti e quindi delle motorizzazioni endotermiche. Fra i paesi più penalizzati c’è l’Italia che ha il più elevato numeri di autoriparatori, molti dei quali riescono a vivere grazie al parco veicoli circolante, se questo viene meno e la tecnologia avanza rapidamente – più del previsto – molti autoriparatori saranno costretti a chiudere.
Se passa la proposta della Commissione, una lettera ci comunicherà che la nostra vettura è diventata un rifiuto da smaltire immediatamente.