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Se è vero che il paradigma, più auto = più lavoro, allora l’Italia è avvantaggiata rispetto al resto d’Europa e forse del mondo. Con ben 67 auto ogni 100 abitanti detiene la più alta densità di veicoli circolanti in base alla popolazione. Se la statistica è veritiera, più auto circolanti equivarrebbe a maggiori probabilità d’incidenti e quindi maggiore lavoro per i carrozzieri. Le cause di tutto ciò possono essere identificate nell’orografia del territorio italiano, particolarmente complesso, frammentato e dalla scarsità del servizio di trasporto pubblico. Infatti, la maggior percentuale delle vetture procapite si riferiscono ad alcune regioni montuose: Valle d’Aosta, Trentino A.A. ecc.
Quando si parla di autoriparazione si fa riferimento all’elevato numero di carrozzerie esistenti, che non ha paragone rispetto agli altri paesi europei con parco circolante analogo al nostro. La ragioni sono pressochè le stesse per cui esistono più auto per nucleo famigliare su un territorio dominato da catene montuose, valli e isole. Non a caso le aziende autoriparative in molte di queste realtà sono prevalentemente a carattere artigianale e spesso famigliare, mentre nelle città metropolitane si stanno intensificando i centri multiservice. Non tener conto di questi aspetti si rischia di fornire false informazioni e non comprendere un fenomeno che è tutto italiano. E’ altresì evidente che chi fa politica deve tener presente questi aspetti e cercare di equilibrare i propri interventi anche per chi necessariamente non è in grado di seguire alla lettera quella che è l’industria 4.0 o una digitalizzazione spinta. Gli incentivi, i bonus e comunque gli aiuti fiscali, devono tener conto che molte realtà non sono centri di autoriparazione multiservice e che, piaccia o meno ancor oggi, rappresentano complessivamente la maggioranza.

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