Tempo di lettura 7 minuti

ASCOLTAMI

Il 7 luglio si è svolto a Cologno Monzese (Milano) il seminario organizzarto dalla Presidente Lombardia e Direttore Operativo di AICIS Annalisa Bianchi e rivolto ai periti assicurativi, ma non solo, su un tema non nuovo, ritornato di attualità dopo la recente ordinanza della Cassazione n. 10686/23. Corposa la presenza di periti  assicurativi provienti da tutte le parti d’Italia, ai quali va un sentito ringraziamento per la partecipazione, ma anche di qualche carrozziere e avvocati, interessati a capire meglio la portata dell’ordinanza della Suprema Corte.

 

 

Dopo l’apertura dei lavori del Presidente AICIS Massimiliano Canellini e la presentazione dei relatori da parte del Vicepresidente, nonchè Responsabile del comitato scientifico di AICIS Luigi Longhitano, la parola è passata all’Avv. Annunziata Candida Fusco che in una esaustiva relazione ha fatto la storia giudiziaria sul problema dell’antieconomicità della riparazione, come è stato giudicato nel corso degli anni da parte dei giudici di merito e, soprattutto, dalle ordinanze della Corte di Cassazione.

 

 

L’intervento dell’Avv. Fusco ha fatto una disamina dell’evoluzione dei criteri adottati nel tempo per la stima dei danni auto e il risarcimento, nel caso di riparazione antieconomica. Trascurando le fasi più datate, dove gli orientamenti seguivano criteri quasi prevalentemente matematici per la valutazione del valore presinistro dei veicoli, attraverso l’utilizzo di mercuriali e il valore del relitto, l’Avv Fusco si è concentrata nell’esame dell’attuale ordinanza che, pur non stravolgendo le più recenti ordinanze, ne delinea un percorso che debba tener conto anche del reale utilizzo del veicolo sia per lavoro che per la parte ludica, assumendo la possibilità di superamento del concetto di antieconomicità a patto che il costo della riparazione non sia “eccessivamente” oneroso per il debitore e non costituisca locupletazione (aumento del valore).
In questo contesto, per il perito assicurativo si manifestano due diversi quesiti che riguardano il giusto valore commerciale e di utilizzo del mezzo, e le spese accessorie (Fram, eventuale bollo e assicurazione non goduti, passaggio di proprietà, ecc).
In questo contesto giurisprudenziale è evidente che il cosiddetto valore antesinistro del veicolo è suscettibile di variazioni in più, ma anche in meno a seconda, non solo delle caratteristiche e dalle condizioni d’uso, ma anche di alcune particolari esigenze del suo proprietario. L’ordinanza della Cassazione, se vogliamo sintetizzarne il contenuto, indica  – infatti – che oltre al vaore commerciale reale, acquisito in funzione dei consueti parametri di età, usura stato di conservazione, ecc., si debba tener conto del contesto nel quale viene utilizzato il veicolo: area geografica, numero di sinistri, passaggi di proprietà, revisioni, caratteristiche particolari che ne fanno un unicum sul mercato. Il valore che deriva da questa “personalizzazione”  e quello che può accorciare il gap con il costo della riparazione, se non addirittura eleiminarlo.

Queste informazioni costituiscono il valore aggiunto (insostituibile) che fa parte della professionalità del perito assicurativo, che può servire al chi deve risarcire il danno, indipendentemente dall’uso che ne viene fatto.
Molti degli operatori presenti si sono chiesti come viene calcolato il valore dell’usato dei veicoli da una delle maggiori fonti presenti sul mercato: Quattroruote Professional. Daniele Viganò con il collega Lorenzo Titaro, hanno illustrato quali sono i criteri presi in esame per la valutazione dei veicoli usati. Senza ripetere quelli classici che sono comunque riportati nella premessa di spiegazione all’inizio delle tabelle, hanno tenuto a precisare che lo studio tiene conto di tutta una serie di altri fattori per “personalizzare” il più possibile il valore alla realtà di mercato, con il confronto a cadenza regolare dei dealer rappresentanti le maggiori marche di veicoli in commercio. Una nota particolare riferita ai veicoli elettrici è che Quattroruote Professional mette a disposizione un kit diagnostico che è in grado di valutare lo stato d’uso e il residuo di vita dei pacchi batteria, utile in modo particolare per flotte, commercianti di veicoli usati che sono così in grado di rilasciare documentazione cartacea sullo stato attuale e quello residuo del pacco batteria a maggior garanzia per il consumatore.

Infine, Rino Sartorelli, anche per conto della collega Michela Balzaretti, entrambi CTU del Tribunale di Como, ha messo in evidenza quelle che sono le problematiche connesse all’attività di CTU in relazione all’antieconomicità della riparazione, con l’evidenziazione di alcuni casi e suggerimenti pratici per evitare inutili contenziosi.

 

 

 

Ha chiuso i lavori Luigi Longhitano, riassumendo le condizioni principali su cui si deve basare il perito assicurativo, per dimostrare professionalità e dare quel valore aggiunto che ci si aspetta da un esperto del settore.
Ovviamente il tempo a disposizione non ha consentito di approfondire la moltitudine di quesiti che sono rimasti in sospeso, uno dei quali riguarda – per esempio – quali criteri adottare nel calcolo dell’antieconomicita sui veicoli elettrici o quelli che, pur recenti, mostrano il danneggiamento di dotazioni tecnologicamente avanzate il cui costo può essere alquanto consistente. Ma su questo ed altri quesiti sono già in programma corsi specifici ad hoc.

 

GALLERIA IMMAGINI E VIDEO

 

 

Annalisa Bianchi -Presidente Lombadia e Direttore operativo AICIS