Siete convinti che passata la fase acuta dell’epidemia tutto ritornerà come prima? I segnali che ci pervengono dal mondo scientifico, ripresi da quello politico, dicono di no. Dovremo continuare a mantenere le abitudini a cui ci siamo ormai abituati, relative al distanziamento sociale e alle norme igienico sanitarie. Anche il mondo dell’autoriparazione dovrà modificare l’approccio con il cliente nel momento della riapertura. Un ambiente con poca o nessuna possibilità di accoglienza in grado di mantenere le corrette distanze, farà fatica a organizzare e giustificare il mancato distanziamento sociale e igienico (oggi un obbligo e forse un domani consigliato). Dopo il 3 maggio le linee guida previste sono:
- Negozi e uffici dovranno essere puliti due volte al giorno. Prima della pausa quotidiana si dovrà procedere alla sanificazione degli ambienti. Gli erogatori per la disinfezione delle mani dovranno essere installati all’ingresso dei locali, mentre per gli uffici dovranno essere sistemati vicino alle tastiere e agli schermi “touch”. Negozi e uffici pubblici dovranno avere l’erogatore vicino alle casse. Chi lavora a contatto con il pubblico dovrà indossare guanti e mascherine. I Guanti usa e getta dovranno essere indossati anche da chi acquista alimenti e bevande.
- Gli spazi interni per negozi e uffici aperti al pubblico andranno regolati prevedendo orari più lunghi differenziando il percorso di entrata ed uscita. La misura di riferimento per locali è di 40 metri quadrati. In questo caso potrà accedere una persona alla volta oltre due operatori. In caso di ambienti più piccoli dovrà essere garantita la presenza di un lavoratore per un cliente mantenendo la distanza di almeno un metro.
Il resto delle linee guida riguarda trasporti, estetica e svago che tralasciamo.
Purtroppo, la realtà degli autoriparatori italiani è costituita in maggioranza da piccole e medie aziende artigianali, molte delle quali potrebbero non avere le caratteristiche logistiche e gli spazi previsti. In questi casi il problema sorge, non tanto da parte degli organi di controllo (salvo che le regole attualmente vigenti dovessero essere disposte a carattere permanente), ma dallo stesso cliente oggi più sensibile alla propria incolumità.
Ecco, quindi, che per molti autoriparatori si presenta un ulteriore ostacolo da superare, e questo vale anche in prospettiva per la committenza (flotte, assicurazioni) che, oltre alla capacità tecnica, potrebbero differenziare la loro preferenza verso strutture più idonee, anche sotto l’aspetto igienico-sanitario, dove indirizzare i clienti.
Il cambiamento, quindi, non è da sottovalutare. Anche se non vi è una regola scritta (permanente), l’autoriparatore maggiormente coscienzioso dovrebbe procedere nel momento dell’accettazione e presa in carico, dei veicoli, oltre a quanto già previsto, alla loro sanificazione per preservare la salute propria e dei dipendenti e poi, nel momento della consegna, per preservare quella del cliente.
Sicuramente questa attività non sarebbe vana e potrebbe fare la differenza come elemento di distinzione, oltre a costituire un segno di attenzione e cura verso i propri clienti, certamente molto gradito.