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La possibilità di ottenere informazioni tecniche da parte degli autoriparatori indipendenti, che è stata frutto di conflitti con alcuni costruttori di auto, vede il suo naturale epilogo  dal 1°settembre 2020. Infatti da quella data entra in vigore il regolamento UE 2018/858 sulla diagnosi auto con blocco sulle nuove omologazioni. Le nuove auto omologate in Europa dovranno avere una porta OBD più sicura, ma contemporaneamente l’obbligo per i Costruttori di condividere le informazioni tecniche di riparazione dei veicoli in remoto alle officine indipendenti. Cosa cambia rispetto al passato. La diagnosi auto avverrà con blocco e accesso ai dati in modo sicuro.  L’impossibilità di fare la diagnosi senza registrazione è un cambio di rotta che riguarderà tutti i Costruttori auto. Si chiama Extended Vehicle (letteralmente Veicolo Esteso) l’accesso sicuro ai dati dell’auto tramite una “struttura” esterna. Le nuove auto quindi saranno dotate di hardware (centraline Security Gateway o analoghi blocchi) e software gestiti principalmente dai Costruttori.
Dal 1° settembre 2020, però, queste informazioni tecniche dovranno essere condivise obbligatoriamente anche con gli autoriparatori indipendenti. Alcuni Costruttori si sono già mossi e i produttori terzi di apparecchiature di diagnostica li stanno seguendo. La portata di questo cambiamento spiana la strada anche alla riparazione delle auto connesse.
Il regolamento UE 2018/858 fornisce indicazioni circa l’accesso ai dati del veicolo che dovrà avvenire solo in conformità a norme tecniche, alla protezione dei dati e alle regole di concorrenza. I Costruttori di auto per ottenere l’omologazione dovranno certificare l’accessibilità alle informazioni, ma potranno riscuotere un pagamento (canone ragionevole e proporzionato) per l’accesso alle informazioni sulla riparazione e la manutenzione dei veicoli, ma senza creare blocchi verso gli indipendenti.