Tempo di lettura 3 minuti
ASCOLTAMI

Dai, dai alla fine anche chi non vuol capire ci arriva. Stellantis con le ultime iniziative si rivela per quello che era prevedibile. Ci eravamo chiesti nei precedenti post (Stellantis, Ventures e Tiamat e le batterie agli ioni di sodio), (Stellantis, riconversione a Termoli: da motori a batterie) se Stellantis era anche italiana, tenuto conto che quasi tutte le iniziative di collaborazione con aziende cinesi e altre privilegiavano siti produttivi sul territorio francese e in altri paesi UE, se non addirittura in Marocco, per l’Italia solo dichiarazione d’intenti a voler mantenere la produzione nei siti produttivi esistenti. Nella realtà per l’Italia tutto ciò non è stato fatto, nonostante il Governo abbia convocato i vertici di Stellantis per concordare un piano per la fabbricazione in Italia di un milione di veicoli. Da noi si direbbe “tanto fumo e niente arrosto”. Nella realtà si sta verificando quello che era ipotizzabile: il Gruppo Peugeot ha acquisito Fca. Di questo se ne è accorto anche il Governo che nella seduta del 24 gennaio la presidente Meloni ha dichiarato: «Il gruppo Fiat e i marchi italiani collegati rappresentano una parte importante della storia industriale nazionale e un patrimonio che merita la massima attenzione, e questo credo significhi avere anche il coraggio di criticare le scelte del management», dice la Presidente del Consiglio, Meloni, che già nei giorni scorsi aveva attaccato il gruppo italo-francese e il quotidiano La Repubblica controllato da Exor,
la holding della famiglia Agnelli. Meloni ricorda lo «spostamento della sede fiscale all’estero e definisce una finta fusione quella tra il gruppo italiano Fca e il gruppo francese Psa, perché in realtà si è trattato di un’acquisizione da parte francese, tant’è  che nel Cda c’è un esponente del governo transalpino e le scelte industriali tengono più in considerazione le istanze francesi che quelle italiane». I numeri ci danno la conferma. «Siamo passati da oltre un milione di auto prodotte nel 2017 a 700mila nel 2022». Stellantis ha lamentato la mancanza di incentivi e il riardo con cui sono stati erogati per l’acquisto delle auto. Fa eco il Ministro Adolfo Urso del Made in Italy, che ha commentato: «Abbiamo cambiato rotta sugli incentivi, perché quelli del 2022 sono andati per l’80% ad auto Stellantis, non prodotte in Italia ma all’estero, per questo dovevamo cambiare rotta”.

RIPRODUZIONE RISERVATA ®