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Lo sviluppo della tecnologia verde presuppone l’utilizzzo delle Terre rare, che sono indispensabili per la transizione ecologica o digitale.
La Cina detiene e produce il 70% delle terre rare nel mondo, il rimanente 30% viene diviso tra Stati Uniti (18%), Australia (7,5%), India (1,2%), Russia (1,2%), Vietnam (0,25%), Brasile (0,05%).
Le terre rare sono una composizione di 17 metalli presenti nella tavola periodica degli elementi chimici, con colori che variano dal grigio all’argento. Le loro straordinarie proprietà magnetiche e conduttive ne implementano l’utilizzo in svariati ambiti, dall’industria elettronica e tecnologica a quella aereonautica e militare. In particolare, permettono la produzione e il funzionamento di oggetti che fanno parte della quotidianità umana: si possono trovare all’interno degli smartphone, nei touchscreen, nelle lampade, negli hard disk dei computer. Ma sono anche alla base di fibre ottiche e laser, di molte apparecchiature mediche, nelle batterie per le auto elettriche. Costituiscono magneti permanenti, sensori elettrici, convertitori catalitici indispensabili per la produzione di tecnologie green come turbine eoliche e pannelli fotovoltaici.
A dispetto del nome, in realtà le terre rare sono abbastanza presenti in natura, quello che è raro, è trovare questi metalli in una concentrazione tale da supportare un’estrazione profittevole. Il procedimento di lavorazione, raffinazione e purificazione genera un consistente quantitativo  di scarti tossici che implicano un costo ambientale elevatissimo (una tonnellata di metalli delle terre rare produce circa 2.000 tonnellate di rifiuti tossici). É evidente che molti paesi cercano soluzioni alternative e, in partiolare che non ha la produzione di questi metalli, sviluppare il riciclaggio per recuperarli dagli scarti di apparecchiature elettriche ed elettroniche obsolete. La Commissione europea punta proprio a questo con la cositituzione per la resilienza e l’autonomia strategica sulle terre rare, per un’azione concreta che identifichi barriere, opportunità e investimenti in tutta la filiera e intervenga sulla sostenibilità e sull’impatto sociale globale. In questo modo elementi come le terre rare possono essere gestiti correttamente, riciclati e immessi in nuovi cicli produttivi senza la necessità di nuove estrazioni dal suolo.

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