Non è certamente un fenomeno attuale, si tratta della conseguenza di anni di poca attenzione al settore sia sotto il profilo gestionale che economico. Lo stesso dicasi per professioni una volta considerate ambite da chi dopo l'istruzione cercava uno sbocco lavorativo. Se ci focalizziamo su una di queste che riguarda il settore dell'autoriparazione e in particolare all'accertamento e stima dei danni ai veicoli, quella di Perito Assicurativo, dobbiamo, nostro malgrado, registrare un drastico calo d'interesse delle inscrizioni all'esame per l'iscrizione al ruolo. Ovviamente a tutto c'è una ragione, molto spesso è economica, non costituendo più un'attrattiva rispetto all'impegno profuso, ma anche per le caratteristiche stesse dell'attività da svolgere, numerose e complesse che richiedono una formazione e informazione capillare per poter dare alla committenza le informazioni necessarie (e non solo economiche) per poter ottenere (o pagare) il giusto. A tutto ciò c'è da aggiungere che il lavoro (prevalentemente sinistri auto) è drasticamente calato negli anni, tanto da costituire uno standard ormai consolidato per chi di questa professione ne ha fatto il proprio sostentamento.
La lunghezza dell'articolo, le considerazioni e le motivazioni elencate, ne fanno una sorta di vademecum per una riqualificazione di questa professione sia a livello economico sia normativo, che interessa il mondo dell'assicurazione, ma anche la politica.
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