"Chi non impara non cresce e chi già sa, si aggiorni!"

L’idrogeno si fa avanti

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Il MIT approva 36 progetti per stazioni di rifornimento per idrogeno con un investimento da 103,5 milioni. Pubblicata la graduatoria dei progetti riguardanti le stazioni di rifornimento stradale di idrogeno ammessi ai finanziamenti. La graduatoria risulta al momento provvisoria, in attesa dell’acquisizione della documentazione e delle garanzie da parte dei soggetti beneficiari.

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Sinistro: caso fortuito

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In caso di sinistro o danno all’auto, sentiamo spesso parlare di caso fortuito. Solitamente si richiama questa condizione, quale esimente da responsabilità dimostrando il caso fortuito, da parte del presunto responsabile, cioè che l’evento è imprevisto e imprevedibile il che esclude la propria colpa. Infatti, il caso fortuito, qualora rappresenti l’unica causa che abbia determinato l’evento dannoso, fa venir meno la presunzione di colpa stabilita dall’art. 2054 cod. civ. in tema di danni derivanti dalla circolazione.

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Più auto = più lavoro

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Se è vero che il paradigma, più auto = più lavoro, allora l’Italia è avvantaggiata rispetto al resto d’Europa e forse del mondo. Con ben 67 auto ogni 100 abitanti detiene la più alta densità di veicoli circolanti in base alla popolazione. Se la statistica è veritiera, più auto circolanti equivarrebbe a maggiori probabilità d’incidenti e quindi maggiore lavoro per i carrozzieri. Le cause di tutto ciò possono essere identificate nell’orografia del territorio italiano, particolarmente complesso, frammentato e dalla scarsità del servizio di trasporto pubblico. Infatti, la maggior percentuale delle vetture procapite si riferiscono ad alcune regioni montuose: Valle d’Aosta, Trentino A.A. ecc.
Quando si parla di autoriparazione si fa riferimento all’elevato numero di carrozzerie esistenti, che non ha paragone rispetto agli altri paesi europei con parco circolante analogo al nostro.

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Non “scatola nera”, ma registratore di dati

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Torna di attualità la così detta “scatola nera”, utilizzata da decenni inizialmente per registrare i dati dei sinistri stradali e successivamente anche per monitorare il comportamento di guida del conducente, al fine di valutare il rischio e personalizzare il premio di polizza.
Dal 1° di ottobre il Comune di Milano ha istituito l’area “B” nella quale è vietato l’ingresso ai veicoli maggiormente inquinanti. È una zona a traffico limitato con divieto di accesso e circolazione per una buona parte di veicoli e quelli con lunghezza superiore ai 12 metri che trasportano merci.

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Semafori a tempo… residuo

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Se ne parla da anni dei semafori col contatore di tempo.  Il regolamento europeo 305/2011, che individua le caratteristiche, i requisiti, le modalità e i termini per l’installazione dei dispositivi countdown nei semafori stradali, necessitava di un decreto che definisse le caratteristiche per l’omologazione e l’installazione. Con comunicazione del 6 settembre 2022, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Giovannini, ha firmato il Decreto che definisce le caratteristiche, i requisiti, le modalità e i termini per l’installazione dei dispositivi a tempo nei semafori stradali, per visualizzare il tempo residuo di accensione.

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Semafori, conto alla rovescia

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Dodici anni sono tanti o sono pochi, dipende dai punti di vista: per la burocrazia italiana forse sono giusti, per il cittadino sono molti. La norma è del 2010, ma mancavano i decreti attuativi, che ora sono stati approvati e  inviati alla Commissione Europea. Sta di fatto che ci sono voluti 12 anni per portare il provvedimento al parlamento.
In Italia il decreto che consentiva alle amministrazioni la facoltà di installare dispositivi countdown in via sperimentale risale al 27 aprile 2017.

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La media di “Trilussa”

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Su statistiche del Ministero dello Sviluppo Economico gli impianti di distibuzione dei carburanti in Italia a novembre del 2021 sono 22.654, di cui 505 autostradali. Sono tanti? Sono pochi? Difficile dare una risposta, una cosa è certa che fare una media in base al parco circolante italiano sarebbe un errore. Infatti, tenuto conto dei veicoli circolanti sul territorio nazionale, che ammontano a circa 40milioni, la suddivisione sarebbe di  1766 veicoli a distributore, ma questa è la classica media di Trilussa, che vorrebbe due polli a disposizione per due persone in modo che ne mangino uno a testa, quando in realtà uno li mangia tutti e due laciando l’altro a bocca asciutta.

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Codice della strada, modifiche

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Dal 10 novembre 2021 sono in vigore le nuove norme sul Codice della Strada contenute nella legge di conversione del Decreto infrastrutture e trasporti:
– Divieto dell’uso di tablet mentre si guida: il divieto, ora espressamente previsto per i telefonini, si estende all’uso di computer portatili, notebook, tablet e qualunque altro dispositivo che comporti anche solo temporaneamente l’allontanamento delle mani dal volante. Confermate le sanzioni per chi non rispetta questa regola che vanno da un minimo di 165 euro a un massimo di 660 euro. Si applica la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da uno a tre mesi se la stessa persona commette un’ulteriore violazione nel corso di un biennio.

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Non rispettare il divieto di circolazione, costa

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Contravvenire alla disposizione di divieto alla circolazione emanato nel recente DPCM (art.
4 del decreto Cura Italia così come convertito in legge) , se privi di una motivazione valida, può costare da 400 a 1000 euro. Se pagata entro 5 giorni la sanzione si riduce del 30% per cui nel caso minimo si pagano 280 euro. Lo stesso dicasi per la violazione del divieto di assembramento sociale e il mancato uso della mascherina.

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Multe in arrivo dai netturbini

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Il titolo non è una battuta. Le modifiche richieste nel Decreto Semplificazioni per il nuovo codice della strada prevedono che anche gli operatori ecologici (netturbini) possano elevare contravvenzioni e far rimuovere il veicolo nell’ambito di intralcio del proprio lavoro. In pratica per chi parcheggia davanti o vicino a un cassonetto, oppure in area dove è prevista la pulizia della strada, può ricevere la multa dall’addetto alla pulizia. La proposta dimostra ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, il livello di cultura giuridica e funzionale di chi ha suggerito tale modifica al codice della strada, magari facendola passare come semplificazione, dimenticando che dare la qualifica di “pubblico ufficiale”, quale è quella di ausiliario della sosta nell’esercizio delle proprie funzioni è figura specificatamente preparata, che ha frequentato corsi di preparazione e aggiornamento e pertanto competente, soggetta a regole ben precise (anche morali) per la compilazione dell’avviso di contestazione (ora pare anche del verbale d’infrazione). Niente contro i netturbini, ma la loro attività e ben definita e impegnativa senza appesantirla di incombenze e responsabilità burocratiche. 

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