“Cari” ricambi
In un precedente post avevano messo in evidenza l’aumento del costo di manutenzione e riparazione dei veicoli che non riguarda solo i costi di mano d’opera, ma anche dei ricambi. come stigmatizzato da Ania in un suo report a giustificare l’aumento dei premi della polizza per la RCA.
Effettivamente chi ha avuto la disavventura di aver bisopgno di sostituire un elemento guasto o danneggiato per incidente, si vede presentare un conto che ha dell’incredibile: il costo del ricambio può spesso essere talmente elevato da incidere notevolmente sul valore dell’auto, tanto da far pensare se ne vale la pena, quando a pagare è il proprietario.
É tutta questione di marketing
La politica di marketing dei costruttori di veicoli approfitta del monopolio per sfruttare commercialmente la vendita dei ricambi originali, non ancora presenti sul mercato aftermarket. Non solo, ma il particolare viene spesso abbinato ad altri sistemi che, seppur non danneggiati, vanno necessariamente sostituiti in tandem. La logica è quella di spingere il consumatore a sostituire l’auto in casi limite, anzichè riparare.
Il problema non riguarda solo il comnsumatore, ma di rflesso anche le assicurazioni che si ritrovano con una spesa per i risarcimenti inopinatamente aumentata, ma anche l’autoriparatore che vede sfumare il lavoro.
Per analogia, lo stesso problema esiste anche per gli smarphone o apparecchi elettronici similari, per i quali è intervenuta la UE con la direttiva “Right to repair” e in particolare con le etichette energetiche, che entreranno in vigore a giugno 2025, che stabiliscono una riparabilità a condizioni eque.
Lo stesso si potrebbe fare per le autovetture, almeno nella prima fase di vita dove non esistono ancora ricambi alternativi.
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