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Che la Cina sia il maggior produttore di batterie per auto elettriche lo sapevamo, che la Cina sia anche la maggior produttrice di veicoli elettrici anche, ma che la Cina sia presente direttamente sui mercati europei con proprie fabbriche e reti distributive di propri veicoli (quasi tutti elettrici), forse non l’abbiamo ancora bene realizzato. Ebbene! il 2024 sarà sicuramente l’anno dell’invasione dei marchi cinesi di auto elettriche in Europa. Stando a quanto riportato in uno studio della nota società di analisi PwC, entro il 2025 potrebbero essere importate in Europa fino a 800.000 autovetture di fabbricazione cinese, la maggior parte delle quali elettriche. Molti hanno criticato questi numeri, ma la realtà sta superando le previsioni. Le partnership dirette o indirette di molte case produttrici di veicoli europee con i maggiori produttori cinesi hanno aperto i mercati europei alla commercializzazione dei veicoli cinesi, oggi addirittura costruiti in alcuni paesi Europei con fabbriche cinesi. I prezzi delle auto ovviamente fanno la differenza, soprattutto per le vetture di segmento B e C, altamente concorrenziali rispetto ad analoghi veicoli europei.
Molti di questi veicoli saranno innovativi per ciò che riguarda le batterie, spostandosi gradualmente da quelle agli ioni di litio, agli ioni di sodio, elemento sicuramente molto più abbondante e meno soggetto al monopolio cinese. I riflessi di questa rivoluzione per il mondo dell’autoriparazione sono abbastanza prevedibili, in particolare per gli autoriparatori indipendenti che si troveranno nella necessità di avere le informazioni tecniche per poter intervenire su di essi, ma anche per chi si occupa di stimare i danni a seguito di incidente stradale, i Periti Assicurativi, che dovranno adottare parametri di riferimento comuni, valutare tecnologie riparative e verificare che il veicolo sia sicuro per la circolazione dopo la riparazione.
Insomma! siamo all’inizio di un’ennesima rivoluzione che bene o male coinvolge tutto il comparto dell’automotive: dalle assicurazioni, agli autoriparatori, da chi si occupa di Aftermarket e chi stima i danni per conto del mercato assicurativo. In realtà nulla di particolarmente preoccupante, se non per le informazioni specifiche dei veicoli, ma una volta ottenute queste, le procedure non dovrebbero discostarsi da quelle attualmente utilizzate per tutte le vetture di recente costruzione.
Quello che fa la differenza, è la preparazione professionale degli operatori indipendenti, addetti alla riparazione e alla stima del danno su questi veicoli, che dovranno essere opportunamente preparati con incontri formativi specifici. Quello della formazione è argomento sempre più indispensabile man mano che la tecnologia avanza e si diversifica, ma occorre che questa sia concreta, approfondita e risolutiva delle varie problematiche che il professionista può incontrare nelle operazioni di sua pertinenza. Mettere zucchero al velo su una torta scadente non serve a nulla, dopo le prime leccate ci si accorge subito che la cosa non è come ci si aspettava. Quindi! tra la moltitudine delle proposte di formazione tecnica, occorre saper distinguere tra quella di facciata, da quella costruttiva e utile; il resto – poi – diventa facile, anche per l’autoriparatore indipendente.

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