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Duro il commento fatto dal presidente dell’ACI Sticchi Damiani, alle critiche ricevute dell’ASI che mette in dubbio cifre, numeri e modalità di validazione. Alla presenza del premier Conte e della Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti De Micheli, la proposta di Sticchi Damiani è che che la Motorizzazione monitori la reale condizione delle vetture, e che l’ACI lo controlli. «Serve una presa di coscienza da parte di tutti». La querelle si concentra sui 4,6 milioni di auto tra i 20 e i 29 anni che, sostiene Sticchi Damiani “una volta certificate rappresentano per l’Associazione una indubbia entrata”. E’ sulle cifre dell’intero parco auto nazionale che c’è discordanza. «Il Certificato di Rilevanza Storica – per Sticchi Damiani – viene rilasciato da un’associazione privata di cui non sappiamo nulla». Sono 4,6 milioni le vetture che hanno tra i 20 e i 29 anni. «Auto vecchie, ma certo non tutte storiche. Al momento sono soltanto 380mila le autovetture meritevoli di essere riconosciute di interesse storico collezionistico. Concedere la ‘patente’ di auto storica a tutte le over-20 è un errore». Salute, ambiente e sicurezza sono temi citati più volte da Sticchi Damiani. “Si sta creando un mercato di auto vecchie, poco sicure, inquinanti, che sono a basso costo e che giovano del risparmio sul bollo pur essendo inquinanti e poco sicure. Questo – continua il presidente dell’ACI – fa male al mondo dell’auto e al collezionismo.
La proposta di Sticchi Damiani è che si applichino i restrittivi criteri della lista di salvaguardia, già prevista nella Finanziaria del 2000 ma mai totalmente applicata, e che prevede criteri precisi. Magari aggiornandoli alle attuali necessità. Che la Motorizzazione monitori e che ACI controlli.