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Siamo arrivati quasi alla fine di un anno tribolato non solo per la pandemia ricorrente da Covid-19, ma anche per tutta un serie di vicende che hanno funestato questo anno bisesto che la credenza popolare definisce “anno funesto”. La società civile, la convivenza tra le persone, l’economia, la finanza, il commercio e l’industria in generale ne hanno risentito pesantemente. Ci vorranno anni di grande impegno per la ripresa economica e per ritornare alle soglie di convivenza pre-coronavirus.L’esasperazione delle persone ha ormai raggiunto livelli di guardia preoccupanti, frenati con grande difficoltà da qualche “mancia”, da provvedimenti provvisori e non infrastrutturali che alla fine non risolvono ne il problema politico ne quello economico e neppure la sopravvivenza di molti, tenuto conto che il livello di povertà della popolazione è ormai trasversale per tutte le categorie. Pochi si salvano e sono prevalentemente quelli che hanno saputo approfittare della situazione e che – magari – si augurano che perduri a lungo.
Come le cose negative della vita tutto avrà fine e terminata la fase acuta della pandemia ci sarà la ripresa delle attività e conseguentemente ci ritroveremo a dover far fronte a tutto quello che è stato rinviato, a tutte le scadenze che comunque rimangono intatte, non avendo la politica approfittato della situazione e della propensione a livello comunitario di superare tutti i vincoli originariamente previsti tra i vari stati membri.
Sembra strano a dirsi, ma un’occasione simile non ci capiterà più: riorganizzazione dell’apparato burocratico statale, della spesa pubblica, della manutenzione e delle nuove infrastrutture di cui ha bisogno il Paese per essere pronto a una ripartenza su basi tecnologicamente avanzate, all’abbassamento della pressione fiscale non solo a beneficio di qualcuno, ma quale incentivo al rilancio dell’economia nazionale e del lavoro. L’elenco è lungo e purtroppo è dimostrato che per affrontare un così gravoso compito non sono necessari solo cospicui finanziamenti (oltretutto molti dei quali a debito) ma è fondamentale sapere come impiegare bene queste risorse, e qui occorrono persone capaci, con idee chiare, lungimiranti su quello che dovrebbe essere il futuro del nostro paese, personaggi che attualmente non fanno parte della nostra classe dirigente presi più al mantenimento del potere e dei privilegi che questo comporta.
Lasciamo un’eredità difficile ai nostri giovani che dovranno rimboccarsi le maniche per emergere e ritornare a livelli di vita civile, economica e sociale accettabile. Ci riusciranno certamente, l’abbiamo già dimostrato più volte in passato. Dopo una calamità nazionale ci siamo sempre ripresi alla grande, anzi abbiamo creato, inventato soluzioni e modalità di vivere che hanno fatto la storia e ci sono state copiate da altri. Però oggi soffriamo. Un anno di vita praticamente perso. Come regalo di natale chiederei al buon Dio che ci abbuoni questo anno nel conteggio della vita. Questo si che sarebbe un bel regalo.

BUON ANNO NUOVO (2021)