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Siamo ancora in piena bagarre di contaminazione da Coronavirus e già si tirano le conclusioni, o meglio le previsioni future, per quello che riguarda l’automotive e in particolare la mobilità elettrica.  Marc Aguettaz di Gipa nel Webinar dedicato alla stampa andato in rete il 9 aprile, ha affermato che l’era dell’elettrico subirà uno stop per parecchi anni a favore delle motorizzazioni a combustione interna a gasolio e benzina. La vendita delle auto a causa della pandemia mondiale ha avuto un crollo di immatricolazioni in Italia dell’85% e si prevede una diminuzione della produzione mondiale nel 2020 di ben 11 milioni di veicoli con meno 14% rispetto al 2019. Tutto il comparto di vendita e aftermarket è andato in crisi con una perdita prevista quest’anno del -18,3% rispetto al fatturato del 2019. 
Sicuramente i costruttori per recuperare il fatturato perso chiederanno alla UE di rivedere i parametri delle emissioni di CO2 previste di 95 g/km nel 2020 con uno slittamento di uno o due anni per veicolo, che dovrebbe scendere di un ulteriore 15% entro il 2025, vale a dire ad 81 g/km e a 50 g/km nel 2030.
Lo stop o il rallentamento della “filosofia” dei veicoli elettrici ipotizzato sarebbe disastroso per chi ha già investito su questa tecnologia predisponendo le proprie strutture per la ricarica o interventi mirati di manutenzione e riparazione su questo genere di veicoli. La mobilità, già ormai ben avviata dalle amministrazioni pubbliche ed anche gli incentivi economici andrebbero rivisti. Insomma! E’ pur vero che la pandemia mondiale ha messo in ginocchio le economie in generale e soprattutto il mercato dell’auto a causa della limitazione alla circolazione, ma sicuramente la  mobilità elettrica non è in discussione, caso mai gli investimenti relativi da parte delle case automobilistiche subiranno un rallentamento.
Le previsioni dicono che il recupero sarà graduale nel prossimi mesi per arrivare alla pressoché normalità a settembre, sempreché non vi sia un ritorno di focolai di Covid-19.