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Carrozzeria, meccatronica, gommista, queste sono le tre categorie previste dalla legge 122/92 e successive modifiche sull’autoriparazione. Chi fra le categorie sopra menzionate è in grado di assorbire, anche se non compiutamente, le tre funzioni è quella del carrozziere, ecco quindi l’arguzia di molti imprenditori, con una maggiore propensione verso il futuro, di costituire dei centri polifunzionali.
Indipendentemente da chi fa il lavoro, vi è la curiosità di conoscere l’origine di questo fondamentale elemento tecnologico che ha sicuramente fatto fare un salto di qualità (e di comfort) ai mezzi di trasporto. Vi siete mai chiesti qual è l’origine della parola “pneumatico?”. Terra terra è una “cerchiatura” elastica per le ruote. Se vogliamo rendere più elegante la descrizione, è una forma abbreviata di “abbigliamento”, dall’idea che una ruota ricoperta è in realtà una ruota vestita. Se però facciamo un passo indietro all’origine della ruota, dobbiamo registrare come uno dei problemi più rilevanti al tempo era quello dell’usura: ruote in legno e successivamente in metallo seppur lentamente si consumavano e oltretutto non lo facevano in modo uniforme, per cui era necessaria la loro sostituzione anche in assenza di rottura. Era pertanto necessario trovare uno strato sacrificabile in grado di assorbire i danni, consumarsi nel tempo e quindi essere facilmente sostituibile a un costo molto più accessibile di una ruota nuova di zecca. Questo è esattamente ciò che fa uno pneumatico.
I primi “rivestimenti” erano costituiti da fasce di cuoio, poi ferro (infine acciaio) che venivano posizionate su ruote di legno usate su carri. Risolto il problema dell’usura rimaneva quello della stabilità e soprattutto del comfort. Per trovare la soluzione dobbiamo attendere sino al 1839, grazie alla scoperta della vulcanizzazione della gomma da parte di Charles Goodyear e successivamente nel 1845 da Thomas Hancock. Tuttavia questi rivestimenti erano solidi, costituiti da gomma piena che sebbene rappresentassero un notevole miglioramento rispetto a quelli in legno o metallo, erano molto pesanti e non fornivano una guida fluida. Gli pneumatici (con cuscino d’aria) come noi li conosciamo oggi, altre al limitato grado di usura, forniscono anche un assorbimento agli urti durante il rotolamento. Robert W. Thompson, un ingegnere scozzese, creò e brevettò il primo pneumatico riempito d’aria nel 1847, ma a causa del costo elevato non ebbe successo. Si dovette attendere fino al 1888 per avere il tipo di pneumatico così come lo conosciamo ora a cura di John Boyd Dunlop, anche se il suo brevetto era solo per le biciclette.
Ci crediate o no lo pneumatico è rimasto pressoché immutato, salvo varie modifiche tecnologiche, sino ai giorni nostri.