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Il titolo non inganni, la ripresa del dopo Coronavirus del mercato dell’auto da più parti sbandierato come il ritorno all’acquisto dei clienti privati, potrebbe non avverarsi come molti si aspettano. Fioccano comunicati che sostengono una prossima fiammata di acquisti dopo il calo drammatico che ha sfiorato il – 85% del periodo di massima segregazione. Ce lo auguriamo tutti, poiché questo è un forte indicatore di ripresa economica, ma sarà proprio cosi? Due sono gli aspetti che ci fanno dubitare su questa ottimistica tesi: il primo è la congiuntura economica che ha pesantemente coinvolto aziende e privati, i quali difficilmente penseranno per molto tempo ancora, se non in caso di estremo bisogno, all’acquisto di un nuovo veicolo, il secondo è che la mobilità prevista e organizzata da tempo nelle aree metropolitane non potrà ritornare indietro con l’incentivazione all’uso del veicolo privato, ai fini della prevenzione alla contaminazione.
Sicuramente le maggiori difficoltà le subirà il settore della Sharing Mobility dove la promiscuità era divenuta una soluzione con la fruizione di un unico veicolo da parte di una pluralità di utenti. Evidentemente questo settore va completamente riprogettato in funzione della sicurezza sanitaria di chi usufruisce del mezzo.
Al di la del tipo di utilizzo e del concetto di proprietà una cosa è certa: aumenterà l’uso della vettura rispetto ai mezzi pubblici e al car sharing.
Quello che sicuramente potrebbe rivelarsi una conferma e un’ulteriore opportunità, è il noleggio a lungo termine. Molte aziende infatti stanno predisponendo campagne pubblicitarie ad hoc con offerte alquanto diversificate per allettare i clienti su questa forma di uso del veicolo. Questa in effetti potrebbe essere una soluzione vantaggiosa per chi vuole o ha la necessità di un nuovo veicolo, con la variante che la proprietà si sposterà sempre più verso costruttori e flotte e meno su aziende e privati.
Le conseguenze non sono da poco, con riferimento al mercato della manutenzione e autoriparazione, aftermarket compreso, che dovranno seguire le volontà, le direttive e le condizioni dei costruttori, delle flotte e per associazione obbligatoria delle assicurazioni. La diversificazione ed eterogeneità degli autoriparatori italiani è tale che molti continueranno ad operare in modo indipendente, ma questo sarà reso sempre più difficile dal trend già in corso da qualche anno, e che il Coronavirus potrebbe aver accelerato ancora di più.