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Le tensioni in medio oriente fanno scattare gli aumenti dei carburanti. Per Eni sul Gpl (+2 cent), Tamoil sul diesel (+1 cent) e il Gpl (+2 cent) e IP, Italiana Petroli e Q8 su tutti e tre i prodotti (+1 cent). Lo riferisce Quotidiano Energia. La Figisc Confcommercio nella rilevazione settimanale afferma. “A meno di drastiche variazioni in più od in meno delle quotazioni internazionali alla chiusura dei mercati di oggi o del tasso di cambio euro/dollaro,  vi sono ad oggi plausibili presupposti per una aspettativa di prezzi tendenzialmente in aumento per i prossimi 4 giorni con scostamenti entro 0,5 cent/litro in più. Considerando che lo scenario potrebbe rapidamente cambiare dopo l’uccisione del generale iraniano Soleimani, nei prossimi giorni i prezzi dei carburanti potrebbero aumentare ancora.
“No a speculazioni sul rientro degli italiani o a rialzi dei carburanti legati al raid Usa a Baghdad” afferma in una nota il presidente dell’Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona. “Non c’è alcun motivo per il balzo del petrolio già registrato in alcune Borse. Per ora, infatti, non c’è stato alcun annuncio da parte degli iraniani sul lato dell’offerta di petrolio. E’ prematuro anche parlare di venti di guerra o di escalation militari o, comunque, operare ed intervenire sui mercati come se la guerra fosse già alle porte”.
Il presidente di Codancons Carlo Rienzi spiega. “Al momento i ritocchi dei listini presso i distributori sono minimi ma temiamo, così come avvenuto in passato, una improvvisa ondata dei rialzi dei prezzi per benzina e gasolio, con effetti negativi per le tasche dei consumatori”. Il Codacons ricorda infatti che “i carburanti venduti oggi presso i distributori sono stati acquistati nei mesi scorsi, quando le quotazioni del petrolio erano inferiori, e un aumento repentino dei prezzi alla pompa non appare in alcun modo giustificato.