La pandemia ha accelerato e cambiato i tempi della comunicazione, siano essi cartacei, digitali, multimediali o televisivi, che devono seguire questo trend velocemente per mantenere l’interesse del consumatore. L’impatto che Internet, telefonia mobile e mass media hanno avuto nelle nostre vite nel corso della pandemia è sotto gli occhi di ciascuno di noi. Tutti, ormai abbiamo a che fare con la “rete” per studio, lavoro o diletto. La comunicazione è la chiave di tutte le relazioni forti, sane e produttive, comprese le relazioni professionali. Il modo in cui qualcosa viene comunicata è importante quanto ciò che viene comunicato. Comunicare è un’arte, sicuramente lo è se fatta in un certo modo. Assistiamo a un’inflazione di informazioni, notizie vere o false, pressapochiste e poco interessanti, anzi futili, permesse grazie alle piattaforme social che hanno consentito di mettere in mostra la propria persona o il proprio marchio personale ed esprimere la propria opinione con la credenza che molti dei contenuti immessi in rete siano informazioni utili. In realtà la maggior parte di questi passa inosservata e pochi sono quelli che riescono a incidere e lasciare una traccia. Di certo è che se parliamo di futuro della comunicazione, questo non lo è, o almeno, interessa poco o nulla alla maggior parte delle persone e in particolare alle aziende.
Chi si occupa di comunicazioni a livello professionale sa, invece, che vi sono alcune regole da rispettare per ottenere una comunicazione efficace. Oggi occorre dare la priorità alla capacità di restare in contatto con molteplici canali di informazione: essere multitasking è fondamentale. Le aziende che investono ottengono il massimo della visibilità se sono presenti su diverse piattaforme con contenuti curati e di valore. Nell’era della trasparenza se le aziende scelgono di comunicare, lo fanno evidenziando la loro capacità imprenditoriale, la solidità strutturale, di essere credibili nel proporre prodotti, sistemi, attrezzature e servizi. La rappresentazione del reale è un’esigenza non più rimandabile.
Lo sviluppo di piattaforme internet, ha modificato profondamente il rapporto tra consumatori e brand, per i quali la tradizionale strategia di marketing è meno efficace. Per l’utente medio i social media occupano il 33% del tempo trascorso online, TV e streaming il 16%, stampa digitale il 13%.
Dai canali tradizionali offline ci si è spostati sempre di più verso quelli online, grazie alla loro caratteristica di dare corpo ai brand e avvicinarli al proprio pubblico. L’obiettivo finale è quello di rendere l’annuncio pubblicitario meno intrusivo in modo che non interrompa la fruizione del contenuto che l’utente sta guardando. È un sistema questo distante dal Pubbliredazionale classico, che invece cerca di mascherare i contenuti pubblicitari come articoli editoriali su prodotti o servizi. In sostanza l’approccio verso questa forma pubblicitaria ha un fine informativo piuttosto che promozionale. E questo – forse – la rende più credibile.
All’interno del “mondo online”, uno strumento che negli ultimi tempi ha visto un aumento di interesse è quello del video. Il potere del video è molto forte per la sua natura di creare uno storytelling dinamico (l’arte di narrare) che attiri e trattenga l’attenzione di chi lo guarda (il 92% della popolazione italiana guarda video online). La TV è un ottimo strumento per comunicare, utile alle aziende per informare la platea dei consumatori, ma è anche un pericoloso deterrente se questa comunicazione non rispetta certe regole, oppure non è fatta in modo professionale. Non deve solo rappresentare uno strumento di persuasione, ma un suggerimento pratico, utile, che faccia capire a chi guarda quanto potrebbe essere utile per la soluzione a problemi specifici. Spesso però ci si limita a proporre un prodotto con definizioni così smaccatamente favorevoli che allontanano, anziché avvicinare il consumatore. Io ti dico cosa fa il mio prodotto perchè dovrebbe essere utilizzato,quali caratteristiche innovative ha, ti fornisco tutte le informazioni necessarie, ma poi sarai tu a decidere se è veramente utile alle tue necessità, invece il messaggio proposto è più autoreferenziale che utile alla platea.
Riproduzione riservata©