E’ passata alla Camera la riforma degli ITS, nessun contrario e sei astenuti. Una rivoluzione nel campo dell’istruzione, si tratta di un percorso post-diploma di formazione tecnica parallelo alle lauree universitarie triennali, gestito da Fondazioni e imprese con molte ore di stage. Sono corsi ai quali ci si può iscrivere dopo la Maturità e non sono universitari, viaggiano parallelamente, anche se potranno poi essere riconosciuti dagli atenei.
Anche il nome cambia ITS (Istituti Tecnologici Superiori) cambia con l’aggiunta di Academy. A differenza del passato questo tipo di formazione era già in atto a livello regionale, ora è legge nazionale con regole e incentivi, 48 milioni di euro a partire dal 2022. I percorsi formativi sono divisi su due livelli: quelli di quinto livello della durata di due anni e quelli di sesto livello di durata di tre anni. La formazione sarà erogata per il 60% da docenti provenienti dal mondo del lavoro e almeno 35% delle ore dovranno essere effettuate in stage aziendali e tirocini, anche all’estero con borse di studio.
Potranno iscriversi a questi percorsi formativi chi è in possesso di un diploma di scuola superiore, di un diploma quadriennale di istruzione e formazione professionale o un certificato di specializzazione dei corsi di istruzione e formazione tecnica superiore di almeno 800 ore.
Critici sulla legge alcune sigle sindacali e i presidi degli atenei preoccupati per il calo degli iscritti che potrebbero optare per questa soluzione anzichè quella prettamente universitaria.
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